“Tre generazioni di femmine che si sopportano per necessità. Eppure, se mancassero mia madre e mia figlia, mi sentirei disperatamente sola. Gli affetti famigliari sono complicati e covano delle implicazioni sconosciute. Ci si ama follemente ma anche ci si detesta. Si trovano insopportabili i gesti, le azioni, le scelte di chi ci vive accanto, ma nello stesso tempo si pensa con terrore a quando questa intimità terminerà.”
Una sintesi perfetta per descrivere l’ultimo libro di Dacia Maraini, che ancora una volta ci incanta con la sua semplicità. La prosa pulita, piena, ci introduce in un complicato universo tutto al femminile. Tre donne costrette a convivere nella stessa casa, dove l’assenza di un uomo si fa sentire ormai da troppo tempo. Sono alle prese con le difficoltà quotidiane della vita, materiali e spirituali, sempre alla ricerca ossessiva dell’amore, ognuna intenta a ritagliarsi la propria felicità a modo suo, rincorrendo la passione, la libertà, la tenerezza.
“questa non è una casa di musone, ma di litigiose sì, perché stiamo sempre a battibeccare, cosa forse inevitabile in una famiglia di persone così diverse.”
Nonna Gesuina cerca la sua felicità scambiando teneri baci con il fornaio Simone, un attimo di beatitudine per entrambi, perché i baci sono un antipasto a cibi più corposi e nutrienti, rubati e celati gelosamente nel retrobottega. Una donna che non ha mai smesso mai di lottare per difendere la forma più pura di amore, quello per la libertà, e i baci appassionati che dona sono dolci promesse di un amore platonico, carezzevole, nato solo per soddisfare un impellente bisogno d’amore: “Di baci ci si può saziare, di baci si può ingrassare l’immaginazione sensuale e di baci sfinirsi”.
Poi c’è Maria che vive il suo amore a distanza attraverso struggenti lettere d’amore, rigorosamente scritte a mano, per non perdere la magia della lentezza della scrittura e dell’attesa, la cosa più eccitante del mondo, e che a suo dire non fanno altro che arricchire il vero amore tra due anime gemelle.
Le parole si rincorrono, sono indispensabili in questa strana famiglia di donne, tutte hanno la necessità di riversare su carta i loro pensieri, perché le parole hanno il potere di fermare il tempo, di imprimere nella memoria gli attimi di felicità, rubati alla vita e custoditi nel cuore.
“Molto più soddisfacente sognare attraverso le parole scritte che attraverso una macchina diabolica che sembra avvicinare le persone nel momento stesso in cui le allontana.”
Maria utilizza il suo lavoro di traduttrice e le lettere che scrive al suo fidanzato francese, riuscendo a staccarsi dalla realtà, e per un attimo non deve pensare al suo rapporto complicato con una madre che non intende invecchiare e alle continue incomprensioni con la giovane figlia Lori. D’altra parte, nonna Gesuina sfrutta la tecnologia, e affida ad un piccolo registratore il racconto della sua vita, punti di vista, osservazioni che scavano nel profondo, da spettatrice narra le loro vite, degli errori che si possono commettere in un momento di follia e delle gravi conseguenze che ne possono derivare. Lori invece riversa tutti i suoi dubbi su un diario, chiuso con un lucchetto e ben nascosto, affida alle sue pagine tutto il dramma di un’esistenza che non condivide, il suo odio amore verso Maria, sua madre, che reputa debole e antiquata. Il loro è un rapporto conflittuale, tre generazioni a confronto che non si comprendono, ognuno chiuso nel proprio guscio e restìo a concedere sé stesso all’altro.
Lori è giovane e spavalda, commette uno sbaglio, mettendo a repentaglio l’esistenza stessa di questa famiglia, tutto viene messo nuovamente in discussione e vengono ristabilite le priorità, riscoprendo finalmente il vero valore degli affetti e dell’amore.
Un libro struggente nella sua semplicità, e Dacia Maraini risulta essere una vera maestra in quest’arte della comunicazione. Non mi stancherò mai di dire che l’impatto con i lettori deve essere immediato, utilizzando un linguaggio comprensibile, quasi familiare, il lettore deve sentirsi accolto amorevolmente tra le pagine che sta leggendo. In “Tre donne” mi sono sentita a casa, un po’ perché è facile ritrovare una piccola parte di sé in questa storia, tutte siamo state giovani, madre, nonne, e un po’ perché la storia va oltre il semplice racconto. Le protagoniste ne sono uscite vittoriose, l’autrice è riuscita a distinguerle con tatto, calandosi ora nell’una ora nell’altra, con facilità, facendo emergere le loro personalità con un uso sapiente del linguaggio, evidenziando il loro lato moderno e le sfumature di tutte le età della vita. Si legge che è un piacere, mai noioso, mai enfatico, equilibrato, emozionante fino alla fine.
SCHEDA DELL’EDITORE
UNA STORIA D’AMORE E DISAMORE
Ogni donna è una voce, uno sguardo, una sensibilità unica e irripetibile. Lo sono anche Gesuina, Maria e Lori, una nonna, una madre e una figlia forzate dalle circostanze a convivere in una casa stregata dall’assenza prolungata di un uomo. Tanto Gesuina, più di sessant’anni e un’instancabile curiosità per il gioco dell’amore, è aperta e in ascolto del mondo, quanto Maria, sua figlia, vorrebbe fuggire la realtà, gli occhi persi tra le carte di traduttrice e i sentimenti rarefatti rivolti a un altrove lontano. Il ponte tra questi due universi paralleli è Lori, sedici anni fatti di confusione e rivolta, che del cuore conosce solo il ritmo istintivo dell’adolescenza. Ma il fragile equilibrio che regola la quotidianità di queste tre generazioni è destinato a incrinarsi quando un uomo irrompe nelle loro vite, e ristabilirne uno nuovo significherà abbandonarsi alla forma più pura di passione, quella per la libertà. “Tre donne” illumina i percorsi nascosti e gli equilibri impossibili del desiderio, li fotografa con un taglio inedito che ne coglie le delicate sfumature in tutte le età della vita.
Come si può raccontare oggi l’amore? Quali sono i percorsi nascosti e gli equilibri impossibili che spingono due destini a incrociarsi?
«Dovrei difendere con più forza la libertà dell’amore che non conosce età, che si fa sudare, fiato, respiro, eccitazione, tutto per via del piacere del gioco amoroso.»
È la voce di Dacia Maraini a risponderci, attraverso queste storie che sono una fotografia delle più imprevedibili sfumature del desiderio, vissuto nelle diverse età della vita. Racconti che sono la testimonianza di una donna che non ha mai smesso di lottare per difendere la forma più pura di amore, quello per la libertà. Perché solo chi ha vissuto cento esistenze in una, attraversando il mare in tempesta del Novecento, può ricordarci che l’amore è la sola bellezza a cui non possiamo rinunciare.
Tre donne. Una storia d’amore e disamore.
Katja Macondo
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