Recensione libro “La bambina che ascoltava i fiori” di Stephanie Knipper

Io conosco l’anima di ogni fiore. Ma nessuno conosce il mio segreto.

“Seth era una costante della sua vita quanto sua madre. Come lei, capiva che parlare non era l’unico modo per comunicare.”

Libro intenso quello di Stephanie Knipper, con “La bambina che ascoltava i fiori”, la Nord ha fatto ancora una volta centro.

La dimensione surreale di queste pagine allargano il cuore e donano una speranza là dove tutto sembra perduto.

Una toccante vicenda impostata sul perdono, sulla volontà di vedere, ma soprattutto, di andare oltre le apparenze. La malattia, o le disabilità non sono considerate delle barriere, mai percepite come un impedimento alla vita e Antoinette con le sue melodie, e con la sola forza degli sguardi e delle mani comunica con il mondo che la circonda, una realtà che non sempre l’accetta in pieno, né la comprende fino in fondo.

Il suo stato le consente di ritagliarsi uno spazio tutto suo, dove le parole non sono necessarie, e parlare non è l’unico modo per comunicare. Antoinette ha un dono, riesce a creare una particolare connessione emotiva con la natura, attraverso le sue melodie richiama la vita nei posti più inattesi, il suo canto si lega alla madre terra, ne diventa parte, facendosi travolgere da una dimensione irreale, onirica, così forte da portare la guarigione là dove la malattia ha preso il sopravvento.

Molti pensano ad un prodigio, al miracolo, ma per la piccola ogni volta c’è sempre un prezzo da pagare, che di volta in volta, diventa sempre più alto; Rose, la madre gravemente ammalata, questo lo sa molto bene, ne è cosciente e non è disposta a far soffrire sua figlia, neanche per salvare sé stessa, cercherà in tutti i modi di proteggere la sua bambina da chi vorrebbe usufruire di uno dei suoi “miracoli”.

Per questo motivo Rose chiama al suo capezzale sua sorella Lily, incomprensioni del passato le hanno allontanate, ma ora è giunto il momento di perdonare, di dimenticare, perché non c’è più tempo, a Rose resta poco da vivere e qualcuno dovrà prendersi cura di Antoinette. Lily dopo un’iniziale rifiuto, e tentennamenti, impara a conoscere sua nipote che le è ostile fin dal primo momento. Così vicine e così lontane, le lega un solido e forte legame di sangue, ma c’è qualcosa di irrisolto tra loro, una incomprensione latente, un rancore profondo, eppure sono così simili; le molteplici differenze si assottigliano quando entrambe si rendono conto di percepire la realtà in modo differente, slegato da ogni ragione, entrambe vivono e hanno vissuto un profondo disagio, e questo le accomuna, le rende forti e consapevoli.

“Ma non capisci? Questo è esattamente il motivo per cui sei perfetta per lei. Tu sai com’è essere fuori, e guardare dentro. Tu sai che diverso non vuol dire difettoso.”

Quando Antoinette canticchia le sue melodie, tutti dimenticano il dolore e ora finalmente non si sente più sola, quella strana, ora c’è con lei sua zia Lily, anche lei vive in un mondo tutto suo, dove contare la rilassa e dona il giusto ordine alle cose, in fondo, in fondo non sono così diverse.

Anche l’amore sarà una componente forte in questo bellissimo libro della Knipper, un amore perduto, annegato in un mare di errori e rancori, Lily non ha la forza di riprendere in mano un rapporto che l’ha fatta soffrire molto, Seth è lì a due passi, sempre pronto ad accoglierla, ad aiutarla, è l’unico a comprendere il suo disagio, l’unico che l’ha sempre difesa e sa che non essere perfetti, non vuole dire essere difettosi. Nel passato li ha uniti l’amore, oggi li unisce l’affetto per Antoinette, Seth l’ha vista crescere, è stato per lei un amico, un padre, un confidente in un mondo senza parole, sempre in sintonia sulla musica, sull’arte e sulla natura.

Lily ritroverà l’amore per Seth? Antoinette riuscirà a guarire sua madre?

Le risposte a queste domande sono racchiuse in questo sorprendente libro, una porta spalancata sulle mille sfaccettature della vita che non sempre risulta facile, non sempre giusta, ma che vale sempre la pena di essere vissuta, anche se non si è perfetti, perché La vita non è una linea retta. È una grande ragnatela che si rigira e s’ingarbuglia. Ci arrampichiamo sui suoi fili finché non veniamo in contatto con le persone che sono destinate a entrare nella nostra vita. Magari i fili si annodano, ma non si spezzano, e i percorsi inattesi spesso sono i migliori.”

SCHEDA DELL’EDITORE

Un romanzo intenso come il profumo dei gigli, una protagonista innocente come una margherita e un legame delicato come una rosa bianca: ecco perché La bambina che ascoltava i fiori ha incantato sia la critica sia il pubblico.

«Un libro intenso e coinvolgente come la vita dei suoi protagonisti» – Book Reporter

Sono passati dieci anni da quando Lily se n’è andata di casa, dieci anni in cui ha cercato di fuggire dal passato e dalle responsabilità che non era pronta ad affrontare. Ma adesso è venuto il momento di tornare: Rose, sua sorella, è malata e ha bisogno che lei si prenda cura di Antoinette, la figlia di dieci anni. Non appena la incontra, Lily capisce che pure Antoinette fugge. Fugge dalle carezze di sua madre, dalle parole che non riesce a dire, dal mondo che la spaventa e la confonde. E si nasconde tra i fiori. Il vivaio di famiglia è per Antoinette l’unico luogo in cui sentirsi protetta e in pace. Perché i fiori non abbracciano e non chiedono. I fiori non hanno voce, proprio come lei. Eppure a poco a poco Lily si rende conto che, dietro il suo silenzio, Antoinette custodisce un dono straordinario: le basta un tocco per ridare vita a un fiore appassito, e per curare una persona. Solo che quel dono ha un prezzo: tutta la sofferenza che toglie agli altri, Antoinette la prende su di sé. Per questo Rose non vuole essere guarita, e per questo chiede a Lily di aiutarla a mantenere il segreto. E, di fronte a quella bambina così speciale, per la prima volta nella vita Lily sente di non poter più fuggire. Perché il suo posto è con Antoinette. Qualunque siano le conseguenze…

Katja Macondo

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