Recensione libro “Sette giorni di grazia” di Gracia Mercadè

“Una donna che voleva essere libera di amare, un popolo che voleva essere libero di scegliere: la storia di una donna che cambiò la storia del suo popolo.” Una premessa ad ampio respiro, come lo è Sette giorni di grazia di Carla Garcia Mercadè. Edizioni Salani. Un romanzo storico che ci svela una triste pagina della Barcellona del 1870, quando l’intera città è alle prese con una rivolta popolare. “Molti l’hanno dimenticata. Altri l’hanno chiamata rivolta. Ma è stata una guerra.

La guerra dei sette giorni, Senza sosta. Senza pace. Senza compassione.” Marianna, giovane donna in fuga dal proprio passato, diventa suo malgrado l’eroina di una storia più grande. La sua vita, scandita dai continui rintocchi delle campane, ci viene svelata con tutto il suo bagaglio di dolore. I segreti di una famiglia non hanno mai fine, e sarà proprio Marianna a scoprire la portata di tale peso. Il suo passato le è stato negato, la verità custodita con fredda determinazione. Un dolore immenso la costringe a fuggire da una vita non sua, e a nascondersi nei quartieri poveri di una Barcellona, che la accoglie come una propria figlia; è conosciuta come Herbetes, l’Erborista, perché conosce i segreti delle piante e sa come usarle per guarire gli uomini.

Barcellona sta andando incontro ad uno dei periodi più tristi della sua storia, il malcontento imperversa a causa della chiamata alle armi del governo spagnolo, che obbliga i ragazzi a servire nell’esercito, e che penalizza i più poveri, che non sono in grado di pagare l’imposta per esimersi dalla chiamata.

Quindi il protrarsi di nuove guerre portano allo stremo una popolazione già alle prese con la miseria e con i soprusi dei poteri forti. Quando scoppia la rivolta contro questo iniquo sistema di arruolamento nell’esercito, le vite di molti cambiano inesorabilmente, tra cui quella di Marianna, che si trova, dopo molti anni, a dover fare i conti con i segreti della sua famiglia. L’amore l’ha ferita, sconfitta, e ritrovarsi di fronte all’amore più grande della sua vita ed essere consapevole che per loro non ci sarà mai un domani, l’annienta. La consapevolezza di aver commesso un grande errore di valutazione, di essersi fatta accecare dall’amore, le impediscono di perdonare l’imperdonabile. La delusione è così lacerante, distruttivo, da averle tolto ogni gioia. Vive una vita misera, lei nata e cresciuta nel lusso, senza rammarico con il cuore arido, disilluso dall’amore.

Dedita al suo mestiere di erborista, si ritrova coinvolta in prima persona nella rivolta. “Tutti abbiamo bisogno di svelare i misteri, disfare nodi e trovare il filo. Perchè se no, non c’è verità…Ora tocca a me districare la mia. La nostra. Quella di tutti noi che vivemmo quegli anni e, soprattutto, quei sette giorni. Sette giorni. Perchè, sebbene oggi non resti più nessuno dell’epoca, tu ci ricorderai. E ci libererai dall’ingiustizia della dimenticanza. Anzi, molto di più : ci salverai dalla trascuratezza dell’oblio.” La sua figura di donna, infermiera e combattente è così forte e ben delineate, da diventare il fulcro dell’intero romanzo. Ne emerge un “personaggio” di grande rilievo, che ha un forte ascendente su tutti quelli che lo circondano durante quei terribili giorni di Barcellona. Ho amato molto questa eroina moderna, emblema di valori ormai perduti, sempre fedele a sé stessa fino alla fine. Coraggiosa come poche, si rende protagonista di un’azione audace, che la Storia le riconoscerà.

I protagonisti della rivolta emergono con forza in queste pagine pervase da grandi ideali, e da forti passioni, fieri e a testa alta affrontano il proprio destino dimenticando la paura. Un romanzo che merita tutta la Vostra attenzione. Appassionante, ricco, coinvolgente, smaschera eventi e personaggi che hanno cambiato il corso degli eventi. Una triste verità che costringe i nostri protagonisti a correre veloce incontro al loro destino verso un epilogo drammatico, inaspettato e nello stesso tempo grandioso. Romanzo ricco di dettagli storici, controbilanciato da una storia intrigante che spinge il lettore a continuare con piacere la lettura. L’autrice Carla Gràcia Mercadè ha in pieno soddisfatto le mie aspettative. Il buon ritmo narrativo, la scrittura piena e scorrevole mi hanno totalmente conquistata. I fatti narrati in questo romanzo si basano su documentazioni bibliografiche.

“Si racconta che a Barcellona, nel 1870, all’epoca della Rivolta delle Quinte, una donna umile, incarnazione del Popolo con la maiuscola, passò un giorno intero a tirare la corda del campanile di Gràcia,facendolo suonare senza sosta. Le forze militari non osavano muoversi per timore di della grande Rivoluzione che il rintocco della campana faceva presagire. Quandi i ribelli erano ormai dall’altra parte della montagna, il campanile di Gràcia continuava a suonare.” Settimanale La campana de Gràcia , 24 dicembre de 1932, articolo di Antoni Esclasans. Una precisazione della Mercadè, “molti personaggi come Marianna…sono frutto della fantasia dell’autrice. O meglio, sono personaggi che avrebbero potuto vivere fedelmente una vita nascosta e giacere in tombe senza nome.”

SCHEDA DELL’EDITORE

Barcellona, 1870. Nel quartiere di Gracias Marianna è chiamata ‘Herbetes’, l’Erborista, perché conosce i segreti delle piante e sa come usarle per guarire gli uomini. Quelli che Marianna non conosce sono i segreti del suo passato, quando neonata è stata accolta in casa Leedó, la famiglia proprietaria della grande fabbrica che dà lavoro a tanti abitanti del quartiere. È bella Marianna, bella e fiera, e quando scoppia la rivolta contro un iniquo sistema di arruolamento nell’esercito, che penalizza i più poveri, non esita a unirsi ai rivoltosi.

Nei sette convulsi giorni della rivolta, scanditi dal suono continuo della campana che chiama a raccolta il popolo, Marianna scoprirà che una famiglia può nascondere tanti, troppi segreti, e che l’amore travolge e ferisce e non concede scampo a nessuno. Un romanzo pervaso da grandi ideali e forti passioni, in cui i protagonisti affrontano a testa alta il loro destino e, dimenticando ogni paura, corrono veloci verso un epilogo drammatico e grandioso.

Katja Macondo

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