Recensione libro “L’armonia segreta” di Geraldine Brooks

Leggere “L’armonia segreta“, edito da Neri Pozza, è stata una necessità impellente, inarrestabile. Ho gustato parola per parola, letto avidamente ogni riga, per catturare tutta la bellezza racchiusa nell’ultimo romanzo di Geraldine Brooks, giornalista, scrittrice, premio Pulitzer. Con lei ho imparato a rivalutare ed apprezzare il romanzo storico. Ogni volta è una nuova ed interessante esperienza letteraria, ma non solo, si ha la netta impressione, con i suoi libri, di raggiungere una nuova meta, di impossessarsi di una nuova pagina del passato. La sua prosa, fluida, essenziale, ricca, ti guida attraverso la vita dei protagonisti. La qualità più evidente della Brooks è sicuramente la semplicità, arrivare al lettore con chiarezza, senza dubbio alcuno, senza fraintendimenti, c’è solo la storia che parla attraverso la sua penna. I suoi romanzi storici hanno un’accezione moderna, non si sente mai il peso del racconto, che il più delle volte è cruento, spietato, violento. Ci si immerge con naturalezza in epoche lontane, nelle vesti di personaggi del passato, senza accorgersi del divario temporale.

La modernità della sua scrittura mi ha sempre incantato, ricordo con nostalgia “I custodi del libro” e “Annus mirabilis” in particolar modo, due grandissime opere letterarie che consiglio a tutti di leggere. Con L’armonia perfetta, ho sperimentato sulla mia pelle la bellezza della scoperta. Conoscevo poco, o quasi nulla, del protagonista di questo romanzo, sto parlando di re David. Un uomo, che da semplice pastore è diventato re d’Israele. L’autrice riporta in vita questo personaggio, tra mito e realtà, discostandosi dalla versione biblica, offrendo una nuova prospettiva.

Emergono nel libro i tanti volti di questo re, tra verità storiche e leggenda. Una figura contradditoria, che si presenta ora spietata, sanguinaria, ora amabile, giusta ed equa. Intelligente come pochi, ha saputo fin dalla tenera età aggirare gli ostacoli posti sulla sua strada, la sua caparbietà e la sua indole indomita ne hanno fatto un fiero guerriero, un eroe osannato, ma nello stesso tempo un brigante e un despota.

Ne emerge un ritratto poco lusinghiero di un re amato e odiato, e proprio per questa sua umanizzazione, la sua figura in questo contesto risalta ancora di più. I suoi difetti amplificano le sue gesta, dando conferma della sua generosità e della sua passionalità, che hanno segnato i suoi passi nel bene e nel male. I suoi amori, numerosi e variegati, lo hanno accompagnato fino alla fine. Le sue mancanze come genitore, segnano un’epoca di conflitti familiari per la successione, che sfocerà nel peggiore dei crimini, il fratricidio.

Tutta la vita a lottare contro i nemici del suo popolo, alla ricerca ossessiva del potere, della vendetta, della supremazia, per ritrovarsi vecchio e solo a difendersi dai propri figli. Un magnifico romanzo d’avventura e, insieme, un’epopea incentrata sulla fede, sempre presente attraverso la voce narrante di Natan, profeta e veggente, fedele servitore e consigliere di re David; ci narra delle sue gesta sempre in armonia con il divino, con la Voce, che puntualmente si esprime attraverso Natan nei momenti di maggiore difficoltà, guidando il re nelle sue scelte.

Il suo regno è durato quaranta anni ed è stato considerato il vero fondatore del reame iraelitico, di lui si ricordano la sua abilità politica e il suo coraggio, che gli permisero di unificare le varie tribù d’Israele, in contrasto da sempre. Ricordiamo, inoltre, che re David designò in punto di morte come suo successore il figlio Salomone, ricordato dalla Storia come re buono e giusto, lasciandogli in eredità un regno nel massimo dello splendore. “La tua gente vivrà in pace” dissi. ”Ciò che tu hai conquistato a prezzo di molto spargimento di sangue, ciò che tu hai iniziato, verrà portato a compimento da tuo figlio. E finché egli regnerà, il popolo della nostra terra vivrà in pace e sicurezza, ognuno sotto la propria vite e sotto il proprio fico”. Romanzo potente, affascinante, ne consiglio la lettura per ammirare da vicino uno dei leader più contraddittori della Storia.

TRAMA

È l’alba di una calda estate del X secolo a.C. quando il piccolo Natan è destato dal sonno da grida atroci, provenienti da ogni parte del villaggio lungo le rive del Mar Rosso, dove da tempo immemorabile la sua famiglia esercita il mestiere di vignaioli. Si precipita fuori casa, e la scena che si apre davanti ai suoi occhi è raccapricciante. Suo padre e suo zio giacciono in un lago di sangue, e davanti ai suoi occhi, la daga ancora stretta nella mano, si erge l’assassino: David, il figlio di Yshay di Bet Lehem. Accampato nei pressi del villaggio, chiedeva da qualche giorno una decina di otri di vino e qualche sacco di datteri per sé e i suoi uomini e, dinanzi al rifiuto del padre di Natan, è penetrato furtivamente di notte tra le case per vendicarsi. Col volto rigato di lacrime, Natan fissa negli occhi quel giovane uomo noto nell’intero Israel per il suo coraggio, la sua audacia e il suo talento nel trarre le armonie più segrete dall’arpa che tiene sempre con sé.

Da ragazzo, a Emeq Elah, ha messo in fuga i Filistei, uccidendo con un colpo di fionda ben assestato il gigante Golyat. Valente guerriero, è stato a capo di tutte le armate di re Shaul, finché un giorno il re, accecato dalla gelosia, gli ha scagliato contro una lancia, e lo ha costretto alla fuga e a una vita da brigante e predatore di villaggi indifesi. Natan dovrebbe esplodere d’ira e di rabbia, ma, mentre una strana calma si impadronisce di lui, comincia a proferire delle parole che non riesce a sentire, ma che turbano profondamente David e i suoi compagni. Parole dettate da una Voce che parla attraverso la sua bocca. Parole che annunciano una grande profezia: il figlio di Yshay di Bet Lehem, il guerriero divenuto brigante per volontà di Shaul, sarà incoronato re di Yehudah, farà un solo popolo delle tribù del Nome, fonderà il regno imperituro di Israel.

E lui, Natan, piccolo pastore e vignaiolo del Mar Rosso, sarà il suo profeta. Da eroe a brigante, da re amato a despota, tutti i volti di re David emergono in questo libro, in cui l’autrice di Annus mirabilis ripercorre l’appassionante storia di un uomo che oscilla tra verità e leggenda, creando un magnifico romanzo d’avventura e, insieme, una magistrale epopea sulla fede, il desiderio, l’ambizione, l’amore e il tradimento.

L’AUTRICE

Geraldine Brooks ha vinto il Pulitzer Prize con il romanzo L’idealista (Neri Pozza 2005). Autrice di due saggi di grande successo: Nine Parts of Desire: The Hidden World of Islamic Women e Foreign Correspondance, corrispondente di guerra per il Wall Street Journal, il New York Times e il Washington Post, Brooks è nata in Australia e vive oggi in Virginia, negli Stati Uniti. Il suo primo romanzo, Annus mirabilis, è stato un bestseller internazionale.

Katja Macondo

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