Recensione libro “Eppure cadiamo felici” di Enrico Galiano

Ringrazio la Garzanti per “Eppure cadiamo felici” di Enrico Galiano.

Wenn ein Glückliches fällt. “Quando la felicità è qualcosa che cade”.

La felicità, dov’è la felicità?

 “Quel verso parla della bellezza delle cose che cadono, della bellezza delle cose che nessuno vuole, raccontano il calore che sprigiona da ciò che non vediamo, da ciò che non consideriamo, da ciò che ci sembra inutile, mentre per Gioia la maggior parte della bellezza del mondo se ne sta lì, nelle cose inutili: nelle cose che cadono, nelle cose che tutti buttano via.”

Gioia, ogni giorno, scrive con la biro questi versi sul suo braccio, “perché le cose importanti bisogna prenderle, e fare la fatica di ricordarselo”.

La bellezza dei versi, il suono stesso delle parole in diverse lingue, sillabe intraducibili che racchiudono un mondo di significati, canzoni e testi indimenticabili, un amore breve e tormentato, lezioni di scuola e di vita, sono gli ingredienti che hanno reso questo romanzo di Enrico Galiano un esempio da seguire per diventare un “bravo” scrittore, in grado di scrivere, in modo semplice ed incisivo, e arrivare all’anima del lettore con cautela, con tatto, lasciando dietro di sé una magia, un buon sapore.

Ho sottovalutato questa lettura, pensavo di leggere una storia leggera, pigra, invece mi sono ritrovata tra le mani un libro che annovero tra quelli indimenticabili.

Mi ha, pagina dopo pagina, sorpresa, catturata. La sua protagonista Gioia è ben definita, limpida, tutto ruota intorno alle sue emozioni, alla sua personale visione della realtà che la circonda. Una realtà non delle più felici, per difendersi costruisce un muro intorno a sé, i mattoni sono le parole, semplici sillabe che descrivono i suoi stati d’animo, il suo modo di proteggersi da un mondo che la rifiuta, che non si prende il disturbo di capirla.

Le sue più grandi passioni sono:

La musica dei Pink Floyd: “perché le canzoni hanno il potere di dire chi sei, cosa fai, e di dirlo con quelle esatte parole lì, quelle che avresti sempre voluto usare tu, e lo fanno così bene che ti danno la sensazione che non le abbia scritte un cantante, ma tu, che siano proprie tue”.

La fotografia. Ama immortalare le persone di spalle: “Capisci? Le facce delle persone mentono, mentono sempre. Anche quando sono lì, ‘naturali’, non sono mai naturali per davvero… E invece di spalle, di spalle… di spalle dicono sempre la verità”.

e in ultimo, la più importante, è la sua ricerca ossessiva delle parole intraducibili, in tutte le lingue del mondo. Queste parole sono nate dall’esigenza di descrivere quell’attimo, quell’istante della vita così particolare, per cui non sono abbastanza le parole di uso comune, bisogna coniarne di nuove, per meglio identificare una sensazione o uno stato d’animo.

La sua situazione familiare non è delle più rosee, a scuola non va meglio, i compagni la deridono per le sue stravaganze, che per lei sono vitali, l’aiutano ad esorcizzare tutto il marcio che sente dentro e fuori di sé. Arriva al punto di crearsi un’amica immaginaria, un alter ego che condivide con lei i percorsi tortuosi della quotidianità. Solo il suo professore di filosofia si è accorto di lei, lei come persona, intavolano spesso discussioni sulle mille domande che l’assillano. Tanti quesiti che necessitano di risposte e solo il suo insegnante riesce a colmare le sue lacune, spunti su cui Gioia riflette e agisce.

Quando incontra Lo la sua vita cambia, non sarà mai più la stessa.

“C’è stato un momento in cui mi sono sentita persa, sai? Tutti hanno iniziato a dirmelo, che mi stavo perdendo, ed è strano perché è vero, in quel punto lì mi sono persa ma quel momento è stato proprio la notte che ho incontrato te, e a me lì è sembrato di aver trovato qualcosa… mi sembrava di parlare con la parte nascosta di me… la parte bella che nessuno, nemmeno io, aveva ancora visto”.

Ci sarà da quel momento in poi “un prima e un dopo Lo”.

Le loro vite si scontrano durante una delle serate più tristi della vita di Gioia, il freddo della notte, la rabbia di non poter cambiare le cose, e il solo desiderio di scappare via, lontano da tutti, la portano a conoscere l’amore della sua vita. Due anime perse, che finalmente si ritrovano. Scatta subito una sintonia speciale tra loro, una relazione breve, oscura, tormentata, qualcosa angoscia Lo, Gioia lo intuisce, vorrebbe aiutarlo, ma anche lui come lei ha eretto delle barriere, e quello che lei riesce a vedere sono solo flebili bagliori tra gli spiragli della sua anima.

Come fare, come aiutare un cuore in frantumi? Gioia continua a chiederselo, Lo è sfuggente, tanto da scomparire improvvisamente dalla sua vita. Non c’è una ragione, nessuno sembra conoscere la sua vera identità, troppi misteri, troppe domande assillano Gioia, e solo grazie alla sua perseveranza e alla sua amica immaginaria, riuscirà a districarsi tra mille ostacoli, e combattere un dolore sordo, solitario, per la perdita del suo amore.

Verranno alla luce verità sconcertanti, dolori mai sopiti e questioni mai risolte, e lei sarà l’unica a dimostrare che amare significa sacrificarsi, perdere, perfino l’amore stesso. Le sue indagini porteranno alla luce anche una nuova Gioia, più consapevole, più forte, non più succube di una società ostile. Riesce finalmente a entrare in contatto con gli altri, non ha più paura di restare ferita. Il suo sguardo è cambiato, e Lo ne è l’artefice, forse inconsapevole, perché ora è tempo che anche lui affronti i suoi demoni e ritrovi la sua pace.

Questa è la verità più difficile da mandar giù. “E quale sarebbe?” “Che ogni luce ha un cuore di buio.”

Romanzo insieme delicato e graffiante, sublime nella sua semplicità. Innovativo, e unico nel suo genere. Pagine amare sulla nostra società, così mutevole, così distratta, su cui spicca una protagonista vera, capace di rialzarsi e lottare per un sogno.

Lo consiglio a tutti i lettori, di tutte le età, perché non si finisce mai di imparare e la storia di Gioia e Lo mi ha insegnato l’amore, ma soprattutto l’amore per le parole.

E a questo proposito voglio segnalare, che al termine del romanzo, c’è la possibilità di sfogliare una interessante raccolta di parole intraducibili, leggendole è facile imbattersi in una parola a noi cara, capace di descrivere un momento della nostra vita. Provateci!

SCHEDA DELL’EDITORE

Non aver paura di ascoltare il rumore della felicità

«Sai perché mi scrivo sul braccio tutti i giorni quelle parole, “la felicità è una cosa che cade”? Per ricordarmi sempre che la maggior parte della bellezza del mondo se ne sta lì, nascosta lì: nelle cose che cadono, nelle cose che nessuno nota, nelle cose che tutti buttano via.»

Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come “cwtch”, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire.
Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova.
Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.

Ci sono storie capaci di toccare le emozioni più profonde: “Eppure cadiamo” felici è una di quelle. Enrico Galiano insegna lettere ed è stato nominato nella lista dei migliori cento professori d’Italia. I giovani lo adorano perché è in grado di dare loro una voce. Grazie al suo modo non convenzionale di insegnare, in breve tempo è diventato anche un vero fenomeno della rete: ogni giorno i suoi post su Facebook e i suoi video raggiungono milioni di visualizzazioni. Un romanzo su quel momento in cui il mondo ti sembra un nemico, ma basta appoggiare la testa su una spalla pronta a sorreggere, perché le emozioni non facciano più paura.

Katja Macondo

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