Aforismi: “Frammenti di realtà”

Uomini

Cercate di essere l’uomo che vostra figlia vorrebbe avere e non quello che vorrebbe dimenticare.

Amica

Cercate una donna che sappia ridere con voi e non di voi.

Apparenze

Si punta talmente tanto sull’estetica e sulle apparenze che quando ci si incontra davvero, non si trova nulla da dirsi.

Libertà

Provo un grande rispetto per quelle persone che escono dalle categorie dettate dalla società, dagli schemi e dai binari su cui marciano milioni di persone. Per coloro i quali non hanno bisogno di apprezzamenti per vivere la propria esistenza. Semplicemente perché sono loro stessi, perché sono liberi.

Scelte

Siamo talmente occupati a piacere agli altri che non sappiamo più cosa piace a noi stessi.

Traguardi

È solo attraverso i piccoli traguardi che si raggiungono le grandi mete.

Tempo

Solo gli stupidi contano il tempo, gli altri pensano a viverlo.

Serrature

Impariamo ad essere chiavi e non serrature. Le chiavi aprono le porte, le serrature aspettano che qualcuno le apra.

Speranze

Uccido paranoie per nutrire speranze.

Strade di vita

La vita è una lunga strada tortuosa, dove se prendi troppe scorciatoie finisci per perderti.

Fantasia e realtà

Il colmo dei giorni nostri è vivere in un mondo di fantasia e trovare la realtà tra le pagine di un libro.

Sorrisi

Chi risponde con un sorriso non perde mai.

Hope

Colui che è pessimista si rammarica perché pensa di aver perso qualcosa, l’ottimista invece pensa che il meglio debba ancora arrivare.

Puzzle

La vita è come un puzzle, abbiamo bisogno dei pezzi giusti da far combaciare per poter ammirare il nostro quadro.

Felicità

La felicità la incontri quando le cose vanno male. Quando tutto è nero e buio, e un piccolo spiraglio di luce ti sembra una grande cascata d‘acqua da cui dissetarti.

Donne

Non amo le donne che mi chiedono se sono belle, ma le donne che si sentono belle senza chiedere nulla.

 

Marco Aiolo

Racconti brevi: “H.I.V. – Ho imparato a vivere”

“Sono immobile davanti al portone d’ingresso dell’ospedale. Mi volto prima a sinistra e poi a destra ma non passa nessuno. È ancora presto e la città si sta ancora pian piano svegliando. Immagino la maggior parte delle persone ancora avvolta nel tepore delle coperte del loro letto. Vorrei essere anche io ancora lì, mentre invece sono qui fermo, di ghiaccio. Una fitta nebbia avvolge i palazzi circostanti e offusca la mia mente. Il freddo penetra nelle mie ossa senza permesso. Un signore anziano mi precede e mi invita con un gesto della mano ad entrare e decido di seguire il suo consiglio. Appena varcata la soglia un grande calore invade il mio corpo prendendomi alla sprovvista, facendomi pentire di aver esagerato con gli strati. Ed eccoli lì, come fulmini a ciel sereno, sopraggiungono impetuosi pensieri, ansie e preoccupazioni. Pensavo di averle relegate in un cassetto in tutti in questi giorni, mesi passati e invece no. Riaffiorano, nuotando controcorrente, come fanno i salmoni quando risalgono la corrente di un fiume. Faccio un respiro profondo e scuoto la testa nel vano tentativo di cacciarli via, in una zona remota della mia mente. So che sono ancora lì, nascosti ad approfittare di ogni mia minuscola indecisione. Ma a differenza delle altre volte, che mi sono solo immaginato questo percorso, sono qui, sono vivo. Alzo lo sguardo sul tabellone. Sinistra, 2° piano, laboratorio di analisi, ascensore. Mi ci dirigo a passo svelto premo il pulsante 2. Non accade nulla. Riprovo. Niente. Scorgo con uno sguardo le scale fiancheggianti e decido di salire a piedi. Incrocio un’infermiera e chiedo delucidazioni. Mi dice che ho sbagliato posto. Imbarazzato e sbuffante riscendo le scale e mi dirigo verso il posto indicatomi. Apro la porta e subito un enorme brusio invade la mia quiete apparente. Gente che entra, gente che esce, gente indispettita che alza la voce. Mi accorgo di aver sbagliato in precedenza; forse non erano tutti ancora sotto le coperte. Chiedo informazioni ad una segretaria che mi indica di premere il pulsante “urgenze” sul totem. Premo, sono il numero 118, sorrido tra me, che coincidenze. Aspetto pazientemente il mio turno, lasciandomi sprofondare su una poltrona. Il display si illumina e dopo un leggero bip compare il mio numero. Mi dirigo verso lo sportello relativo dove ad accogliermi c’è una donna di mezza età, capelli corti, occhiali sul naso dalle forme tondeggianti. Le pongo la mia richiesta. Mi guarda fugacemente ed inizia a digitare imperterrita lettere sulla tastiera del proprio computer. Forse pensa che sia un drogato. Guardo il mio riflesso sul vetro che mi separa da lei: non posso darle torto. Mi consegna un foglio senza far trasparire alcuna emozione e mi indica dove firmare. Sono il signor NXX ZXX. Un signor nessuno, non esisto. Mi tocco il polso, sento i battiti, sono ancora vivo. Mi dirigo verso la sala prelievi e subito una infermiera mi chiama verso di sé indicando una poltrona blu ormai sbiadita dal tempo. Mi domanda come mi chiamo, ma non so cosa rispondere; i secondi mi sembrano interminabili. Decide di fare un passo in avanti verso di me e afferra il foglio dalle mie mani. Con un secco “ok” di risposta, capisce la situazione e procede al prelievo. Avvolge un tubicino trasparente poco sotto il mio bicipite e inserisce con estrema delicatezza la farfallina; via si incomincia. Il sangue fuoriesce copioso dalla mia vena andando a riempire a poco a poco una provetta di un rosso scarlatto e in un istante è tutto finito. L’infermiera mi toglie il tutto e mi sorride. In quel precise instante so di aver fatto la scelta giusta, per me stesso, per il mio futuro…”

In queste situazioni il risultato non conta. Conta prendere per mano te stesso e affrontare le cose. Quante notti insonni avrai passato, quante volte ti sarai sentito a disagio con chi ti sta intorno. Si dice spesso di avere il beneficio del dubbio, però i dubbi non portano ad alcuno beneficio, ma soltanto a frustrazione e logoramento. Quindi vai, spogliati dalla vergogna e indossa il tuo miglior vestito.

Marco Aiolo

Siamo bombardati

Eh sì, è proprio così. Lo siamo ogni giorno dai giornali, dalle riviste, dalla tv e sui social network. No, non mi riferisco ai grandi eventi, agli attentati dell’ISIS, al terrorismo, agli omicidi, ma a tutte quelle piccolo e continue notizie allarmanti che ogni giorno ci vengono profuse. La carne no, fa male è cancerogena, il pesce no, contiene mercurio, la frutta dev’essere solo biologica altrimenti contiene pesticidi, devi dormire almeno 7 ore, la gonna non si mette a vita alta, non è più di moda. Sono solo una piccola parentesi del grande quadro delle tematiche che possono influenzare il nostro modo di rapportarci alla realtà. C’è da domandarsi se effettivamente i mass media possano condizionarci. A rispondere affermativamente ci pensarono un gruppo di ricercatori nel 1968 attraverso la teoria dell’agenda setting. Ciò che si evince da questo studio è come il pubblico venga influenzato da una “agenda” definita dai vertici mediatici, i quali spostano l’attenzione su determinate tematiche rispetto ad altre. Al di là della veridicità o meno di questa teoria, talvolta ambigua, il punto su cui bisogna focalizzarsi resta un altro. A livello psicologico ci fa bene tutto questo? O a volte è meglio essere inconsapevoli nei confronti di alcuni argomenti? Dipende. Il progresso sicuramente ha aiutato molto a migliorare la qualità della nostra vita rispetto a tempi passati ed è giusto informarsi e seguire un certo stile di vita. Ma a volte questo incessante motivo di sapere, imposto o no, non ci permette di dormire sonni tranquilli. Il risultato è che siamo perennemente indecisi e spesso ci interroghiamo su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Scoprire la verità in questa moltitudine di notizie si trasforma in una ricerca senza fine. Gli interessi dei grandi poteri spesso si focalizzano su aspetti personali e commerciali rispetto a quelli morali e salutari. In soccorso ci arriva il regno animale. Gli animali vivono per vivere al di là delle condizioni dell’ambiente. Vivono secondo i propri istinti in armonia con la natura, cosa che noi non siamo ancora in grado di fare. Ci crediamo superiori perché abbiamo la ragione ma la ragione spesso è un’arma a doppio taglio. Alla fine non conta troppo il tempo che ci rimane da vivere ma come viviamo quello che abbiamo. Quindi meglio vivere più a lungo seguendo ogni legge o vivere meno a lungo secondo le proprie leggi? A voi la scelta ma a me personalmente il vino diluito non è mai piaciuto.

Marco Aiolo