Un suono d’amore
accarezza il mio cuore
al pensiero mio caro
d’incontrarti stasera.
Raggio di sole
nel cielo stellato,
luna ridente
rapisce lo sguardo.
Ludovica Milano
Un suono d’amore
accarezza il mio cuore
al pensiero mio caro
d’incontrarti stasera.
Raggio di sole
nel cielo stellato,
luna ridente
rapisce lo sguardo.
Ludovica Milano
Ricordi di noi due, Anna
quando mi prendevi ridente
la mano, a Bergen-Belsen.
I tuoi occhi mi portavano
lontano dal quel freddo,
in una primavera infinita
dove creare giorni colorati
insieme, di bellezza e di vita.
Dolci ansie attese di felicità,
a Bergen-Belsen.
Tornammo bruscamente
a quella realtà di morte,
Tu dicesti: “Odo sempre più forte
l’avvicinarsi del rombo che
ucciderà anche noi, eppure,
quando guardo il cielo, penso
che tutto si volgerà
nuovamente al bene,
che torneranno l’ordine,
la pace, la serenità.”
La primavera incombeva
a Bergen-Belsen.
Ma non la vedesti,
la malattia, non ti risparmiò,
ti sottrasse al mio amore.
a Bergen-Belsen.
Da allora, impietrito,
cammino per altre strade
senza più parole,
solo un sordo dolore
che non s’acquieta.
La bestia umana
ha spento i tuoi occhi
a Bergen-Belsen.
La vita mia, come un grumo
di sangue vivo, senza posa
cerca la più bella cosa,
ancora e sempre celata
allo sguardo e al cuore,
quella cosa che il mondo
non conosce più, l’amore.
Lo stesso amore che ho perso
fra le nebbie di un’incipiente
primavera,
a Bergen-Belsen.
Nello Farris
Voglio andare
dove tu esisti,
dove ti desidero
dove conoscerai
il mio cuore
dove ti vedrò
finalmente
e stringendoti a me
griderò il tuo nome.
Come l’oscurità
cela un desiderio di luce
Come la tempesta agogna quiete,
e la rondine
vola verso il sole,
così nella profondità
della mia anima risuona
il mio grido!
“Voglio te, amo te”.
Così io cerco il tuo amore
con grida di solitudine,
“desidero te, soltanto te”
mentre resto sospeso
in questo limbo
di grigiore,
versando lacrime brucianti
infinite
Nello Farris
Senza pretese
né domande,
per i tuoi momenti
di tristezza,
quando la notte cala
impietosa
sulle nostre anime.
Ti lascio una poesia
per quelle notti d’amore
che non avremo.
Ti lascio una poesia
che possa scaldare
il tuo cuore, d’inverno.
La terrai con te sul seno
in un cielo senza stelle,
perché ti tenga compagnia
nei momenti di solitudine.
Ti lascio una poesia
per dimenticare
l’uomo sbagliato, gentile,
che un tempo ti ha amato.
Infine
ti lascio la mia assenza
perché tu possa farne
una poesia d’amore
per me.
Nello Farris
E’ un giorno qualunque
di sole e di mare,
gabbiani e salsedine
di speranze e illusioni
è un giorno che chiama
la ciurma al risveglio
di un atteso maggio
sognato e voluto
si affretta la partenza
di bastarde stanche
in processione lenta
verso il rito antico
solenne avanza sull’onde
di un mare discreto
che odora di vento
di nuvole e terra
aspetta impaziente
la ciurma schierata
sotto un pigro sole
che appare all’orizzonte
si appressa la mattanza
l’ansia segna i volti
il rais dallo sguardo attento
comincia a pregare:
Ave Maria…
Credo…
Pater Noster…
………………
Sant’Antoniu
Cu ne desbarasse u camin
e cu n’asciste in te nostre operasuin
S. Giorgiu cu ne libere dai pesci cattii
S. Gaitan cu ne mande da Pruvvidensa
“onu che u l’ha i pigoèggi”
S. Pe’ cu ne mande na bugna pesca
………………
Pater Noster… per le anime del Purgatorio
Pater Noster… per i Santi protettori
………………
in nome de Diu molla…
Nello Farris
Da tempo ho tanta voglia di dormire
così stanco e vecchio
che del sole i raggi non sento né
il vento mi ristora,
né cibo,
né vino,
né donna.
Dormir vorrei d’un sonno così duro
da veder passare i secoli veloci ove
i padri miei
approntarono il futuro
per rendere il nostro tempo più leggero.
Andare col pensiero
al mio mare di speranze usato.
Cantare ai figli
la canzone che ho scordato che non so
più,
dimenticata.
A te mia donna amata porger la mano,
chiederti perdono degli atti miei
sbagliati.
Col mondo intero far della pace un
dono
e dire a fine corsa, non ho vissuto
invano.
Nello Farris
Vana è la poesia
davanti all’immane
e atroce olocausto
silenzio nell’anima
per lasciar parlare
le nostre coscienze.
Preghiere, soltanto
preghiere, sgorgano
dal profondo del cuore.
E lacrime, soltanto
lacrime, coprono
il Volto di Colui
che ci ha donato
la Vita.
Ludovica Milano
La sera mi raggiunge
impreparato
nei miei occhi te
paese amato
vedo le tue barche,
le tue case bianche
i bambini che giocano
al porto
non chiudo gli occhi
la mia valigia
non è pronta
e quella nave
non mi piace
mi serra la gola
in un’angoscia antica
voglio stare qua
lasciarmi andare
allo sciabordìo
del mare sulla sabbia
al gioco del vento
sul mio volto
al profumo tuo
intenso di macchia.
Non svegliarmi
da questo leggero sonno
gentile amica, non ora
Non prima che i miei occhi
e il cuore siano sazi di te
mia terra natale…
non ora.
Nello Farris
Alle spalle pietraie bianche uccidono il rumore
silenzio
Fatico fermo innanzi la tela
nella mano piangente
bianco di sogni un pennello
aspetta
Dalla tela umiltà mi
schiaffeggia
Fatica e dolore gridano
contadino stanco curvo
sul grano
Mani che raccolgono domani
incerti
Sogni stracciati giorni
uguali
Sole che brucia il respiro
pioggia che non
rinfresca
Dalla tela umiltà mi
schiaffeggia
Ascolta l’uomo il passo
del tempo
Esistenza scontata come morte
Dalla tela umiltà mi
schiaffeggia
Incerti occhi verso il tramonto
Uomini antichi della nostra
terra
Ascoltano e mangiano questo
silenzio
Bimbi senza domani
destino immutabile che non cambia
la vita
Brandelli di luce rinnovano forse la fede
La morte non ride in Sardegna
Nello Farris
C’è un posto al mondo dove
puoi vivere di immaginazione,
dove l’amore vince sul rancore,
dove sogno e realtà si
mescolano con maestria,
dove la mente e il cuore
nutrono le stesse emozioni e
raccolgono parole portate
dal vento della fantasia.
Nelle pagine di un libro
sei in sintonia col protagonista
e scalpiti impaziente
per arrivare alla conclusione,
di una vita che va al di là
del sensazionale ed ove ogni
viaggio ha la sua destinazione.
Ludovica Milano