Poesie: “Background”

Eppure tace
il delirare di insensati pensieri,
tace il brusìo dell’anima incastonata
in questo music box,
e tace pure la ferita obliqua di lacrime fuori tono,
di una musica evoluta nel suo ferire
nell’apparire perpetua, quasi silente,
eppure assordante.
Tace quando vago solitario in cerca dei miei perché,
in balìa di uno stridio di nervi accavallati,
disteso in un letto di spine.
Il risveglio mi aspetta agonizzante uguale a ieri.
Insensati pensieri deliranti percorrono l’anima.
Tace la bocca serrata, cucita a punto croce.
Membra informi s’ammassano,
occhi vitrei guardano l’abisso
aspettando il conto alla rovescia:
9…8…7…6…5…4…3…2…1…zero.
E allora si compie la parola sghemba che dice
di quel particolare penzolare da un nodoso ramo,
mentre stormi di uccelli vanno oltre.
Non tace la musica in background,
intanto si è fatto notte.

Nello Farris

Poesie: “Cercando di te”

Cercando di te
ho volto la prua
verso il mio mare,
la mia essenza
rivolta alla luce
di un sogno che fu,
ora disperso
dalla fatica d’esistere
là, dove ho perso
i tuoi occhi
e la tua anima.

Cercando di te
nell’immenso mistero
che m’invade,
profondo,
ti sento vibrare
come farfalla ferita.
Ti raggiungerò
quando il tuo cuore,
ora muto,
riprenderà il canto
in un oceano
di lontani silenzi.
Cercando di te
ti ritroverò adagiata
su cuscini di nuvole
che attendi il mio ritorno,
mentre sale inebriante
d’intorno,
un profumo di zagare.

Nello Farris

Poesie: “Ricordi a Bergen – Belsen”

Ricordi di noi due, Anna
quando mi prendevi ridente
la mano, a Bergen-Belsen.
I tuoi occhi mi portavano
lontano dal quel freddo,
in una primavera infinita
dove creare giorni colorati
insieme, di bellezza e di vita.
Dolci ansie attese di felicità,
a Bergen-Belsen.
Tornammo bruscamente
a quella realtà di morte,
Tu dicesti: “Odo sempre più forte
l’avvicinarsi del rombo che
ucciderà anche noi, eppure,
quando guardo il cielo, penso
che tutto si volgerà
nuovamente al bene,
che torneranno l’ordine,
la pace, la serenità.”
La primavera incombeva
a Bergen-Belsen.
Ma non la vedesti,
la malattia, non ti risparmiò,
ti sottrasse al mio amore.
a Bergen-Belsen.
Da allora, impietrito,
cammino per altre strade
senza più parole,
solo un sordo dolore
che non s’acquieta.
La bestia umana
ha spento i tuoi occhi
a Bergen-Belsen.
La vita mia, come un grumo
di sangue vivo, senza posa
cerca la più bella cosa,
ancora e sempre celata
allo sguardo e al cuore,
quella cosa che il mondo
non conosce più, l’amore.
Lo stesso amore che ho perso
fra le nebbie di un’incipiente
primavera,
a Bergen-Belsen.

Nello Farris

Poesie: “Voglio”

Voglio andare

dove tu esisti,
dove ti desidero
dove conoscerai
il mio cuore
dove ti vedrò
finalmente
e stringendoti a me
griderò il tuo nome.
Come l’oscurità
cela un desiderio di luce

Come la tempesta agogna quiete,
e la rondine
vola verso il sole,
così nella profondità
della mia anima risuona
il mio grido!
“Voglio te, amo te”.
Così io cerco il tuo amore
con grida di solitudine,
“desidero te, soltanto te”
mentre resto sospeso
in questo limbo
di grigiore,
versando lacrime brucianti
infinite

Nello Farris

Poesie: “Ti lascio una poesia”

Senza pretese
né domande,
per i tuoi momenti
di tristezza,
quando la notte cala
impietosa
sulle nostre anime.
Ti lascio una poesia
per quelle notti d’amore
che non avremo.
Ti lascio una poesia
che possa scaldare
il tuo cuore, d’inverno.
La terrai con te sul seno
in un cielo senza stelle,
perché ti tenga compagnia
nei momenti di solitudine.
Ti lascio una poesia
per dimenticare
l’uomo sbagliato, gentile,
che un tempo ti ha amato.
Infine
ti lascio la mia assenza
perché tu possa farne
una poesia d’amore
per me.

Nello Farris

Poesie: “Mattanza”

E’ un giorno qualunque

di sole e di mare,
gabbiani e salsedine
di speranze e illusioni

è un giorno che chiama
la ciurma al risveglio
di un atteso maggio
sognato e voluto

si affretta la partenza
di bastarde stanche
in processione lenta
verso il rito antico

solenne avanza sull’onde
di un mare discreto
che odora di vento
di nuvole e terra

aspetta impaziente
la ciurma schierata
sotto un pigro sole
che appare all’orizzonte

si appressa la mattanza
l’ansia segna i volti
il rais dallo sguardo attento
comincia a pregare:

Ave Maria…
Credo…
Pater Noster…
………………
Sant’Antoniu
Cu ne desbarasse u camin
e cu n’asciste in te nostre operasuin

S. Giorgiu cu ne libere dai pesci cattii

S. Gaitan cu ne mande da Pruvvidensa
“onu che u l’ha i pigoèggi”

S. Pe’ cu ne mande na bugna pesca
………………
Pater Noster… per le anime del Purgatorio
Pater Noster… per i Santi protettori
………………
in nome de Diu molla…

Nello Farris

Poesie: “Da tempo”

Da tempo ho tanta voglia di dormire

così stanco e vecchio

che del sole i raggi non sento né

il vento mi ristora,

né cibo,

né vino,

né donna.

Dormir vorrei d’un sonno così duro

da veder passare i secoli veloci ove

i padri miei

approntarono il futuro

per rendere il nostro tempo più leggero.

Andare col pensiero

al mio mare di speranze usato.

Cantare ai figli

la canzone che ho scordato che non so

più,

dimenticata.

A te mia donna amata porger la mano,

chiederti perdono degli atti miei

sbagliati.

Col mondo intero far della pace un

dono

e dire a fine corsa, non ho vissuto

invano.

Nello Farris

Poesie: “Terra natale”

La sera mi raggiunge

impreparato
nei miei occhi te
paese amato
vedo le tue barche,
le tue case bianche
i bambini che giocano
al porto
non chiudo gli occhi

la mia valigia
non è pronta
e quella nave
non mi piace
mi serra la gola
in un’angoscia antica
voglio stare qua
lasciarmi andare
allo sciabordìo
del mare sulla sabbia
al gioco del vento
sul mio volto
al profumo tuo
intenso di macchia.
Non svegliarmi
da questo leggero sonno
gentile amica, non ora
Non prima che i miei occhi
e il cuore siano sazi di te
mia terra natale…
non ora.

Nello Farris

Poesie: “La morte non ride in Sardegna”

Alle spalle pietraie bianche uccidono il rumore

silenzio

Fatico fermo innanzi la tela
nella mano piangente
bianco di sogni un pennello
aspetta
Dalla tela umiltà mi
schiaffeggia
Fatica e dolore gridano
contadino stanco curvo
sul grano
Mani che raccolgono domani
incerti
Sogni stracciati giorni
uguali
Sole che brucia il respiro
pioggia che non
rinfresca
Dalla tela umiltà mi
schiaffeggia

Ascolta l’uomo il passo
del tempo
Esistenza scontata come morte
Dalla tela umiltà mi
schiaffeggia
Incerti occhi verso il tramonto
Uomini antichi della nostra
terra
Ascoltano e mangiano questo
silenzio
Bimbi senza domani
destino immutabile che non cambia
la vita
Brandelli di luce rinnovano forse la fede
La morte non ride in Sardegna

Nello Farris

Poesie: “Quella notte”

Lunghissimo il cammino

del ragazzo bambino

a quella notte inaspettata,

alla sentenza conosciuta.

La sua vita una notte infinita.

Sotto un cielo ignaro,

il ragazzo dal volto chiaro

gli occhi verdi di mare,

annichilito in quel silenzio

che urla tutti i perché possibili.

Quella notte prese la sua voglia

giovane di vivere il mondo,

lasciandolo disfatto, inerme.

Mai scorderà quella notte!

Le sue lacrime bianche di gelo,

la sua fede subito bruciata e

il suo Dio assassinato,

la sua bella anima infranta.

Tutti i sogni diventati pietra

del colore del mare d’inverno.

La speranza, debole e smarrita,

con occhi vitrei aspetta

silente, s’affaccia disfatta

sull’uscio del tempo, smagrita

Mai dimenticherà quella notte

il ragazzo bambino, verdi di mare

gli occhi, mai dimenticherà.

Ora più non piange in quella

notte assassina.

Mai dimenticherà

Nello Farris