Pensiero violento

Primo dicembre 2014. Ultimo, ma sicuramente non ultimo, caso estremo di violenza sfociato in omicidio. Un piccolo di 8 anni ucciso da un soggetto non definito, ancora ignoto. Una piccola vita innocente strappata a questo mondo sempre più crudele e distruttivo nei confronti di se stesso. Solo una delle tante, troppe, ultime vicende. Perché ormai, non si contano più i casi come questo. E non solo in Italia. Viviamo in un mondo sempre più indecente. Ogni giorno sentiamo di gente che viene maltrattata, fisicamente e psicologicamente. Giusto di questi giorni è la notizia che varie persone di colore son state uccise negli U.S.A., i “mentalmente apertissimi” Stati Uniti, dove un’apparente civiltà, spesso inarrivabile ai nostri occhi, nasconde crimini tra i più efferati. In India, invece, esistono ancora le caste, come quella degli “intoccabili” che non vengono considerati dalla società, anzi. Vengono visti come “pattume”, contro ogni convenzione dei diritti umani.

In Italia femminicidi, omofobia, infanticidi e stupri. Per non parlare del terrorismo, islamico e non, che crea solo morti o disagi. Le guerre inter religiose, le guerre “sante” (che di santo non hanno assolutamente nulla), le visioni distorte della religione stessa. Ogni cosa in questo mondo crea disagio. Eppure? Sembra tutto così normale. Si parla di un omicidio come si parla di calcio. Nessuno che si indigna. Non ci facciamo neppure più caso, siamo vaccinati. Ci si muove per cose frivole, ma per i diritti essenziali poco e nulla. Ad esempio, davanti ad una persona a terra ferita, in molti casi si pensa “In fondo non mi riguarda”. E’ successo in una bellissima città italiana, Napoli, che un uomo venisse colpito da diversi colpi di pistola e chiedesse aiuto ai passanti poiché ferito in modo serio (nei tg si vedeva un video in cui aveva una ferita evidente al fianco, da cui perdeva molto sangue) e nessuno si è fermato ad aiutarlo. Paura? No, semplicemente disinteresse. Stessa cosa succede all’estero. Si chiede aiuto e nessuno o quasi, fa nulla. Però…. ci si picchia per il calcio, si crea scompiglio se una squadra ha vinto o perso, ci si indigna per un arbitraggio un po’ “sui generis”, o se qualcuno ci passa davanti alla cassa del supermercato. Ma per le cose importanti sii guarda a tutto con sufficienza o disinteresse. E non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Nessuno muove un dito perché hanno ucciso un bambino a Ragusa, nessuno ha mosso un dito mentre uno stalker ha sfregiato con l’acido una donna che voleva fosse sua. Come nessuno ha mosso un dito quando ha visto soffocare da un agente un uomo mentre veniva ammanettato negli U.S.A. Personalmente mi è capitato anche di vedere una persona a terra svenuta e nessuno che ha prestato soccorso. Mi son fermato solo io insieme ad un’altra persona. Ma è giusto questo? Se tutti ci indignassimo un po’ di più per i nostri diritti vitali, sicuramente vivremmo in un mondo migliore. Ma finché ci mobilitiamo solo se il Milan, la Juve o l’Inter o chicchessia vince o perde….Beh, significa che vogliamo e meritiamo un mondo così, un mondo senza diritti né interessi veri.

Daniel Incandela

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