“Il fantasma dell’Opera” a Casale Monferrato

Sabato 24 giugno, presso il Teatro Municipale di Casale Monferrato, ha avuto luogo la rappresentazione del musical di Andrew Lloyd Webber, “Il fantasma dell’Opera”. Lo spettacolo di fine anno organizzato dall’Accademia “Centro Danza Futura” è stato introdotto e chiuso da Real Press attraverso l’intervento della Direttrice della Testata, Veronica Iannotti.

Il saggio ha visto la partecipazione di tutti gli allievi della scuola, ed ha la peculiarità di aver riunito i vari stili, classico e moderno, in un’unica opera. La rappresentazione è stata particolarmente intensa e sentita quest’anno, poiché il Centro ha festeggiato il 15esimo anno di attività. Coreografie di Claudia Barbero, Direttrice del Centro, e dell’insegnante e ballerina, Isabel Cortés Nolten. Regia dell’attore e regista, Claudio Politano.

La storia de “Il fantasma dell’Opera” si articola su un triangolo costellato di ardenti amori, sferzanti gelosie e violente passioni. Tutto ciò viene enfatizzato dalla mestizia di una vita, quella del “fantasma”, segnata da dolore e solitudine, che rendono il genio creativo del musicista folle e colmo di rabbia furibonda. Una violenta disperazione che porta a un crescendo drammatico e di incontrollata intensità: un’opera rabbiosa e triste al contempo, ritratto di una Parigi sognante e speranzosa, eppur paludata da un sudario di tenebrosa inquietudine e tristezza.

La trasposizione in musical dell’opera di Gaston Leroux è uno dei capolavori più belli realizzati da Webber, caratterizzato da un’intensa atmosfera romantica e da una persistente amarezza. Una grandiosità che accosta questa produzione ad altri successi indelebili concepiti dal produttore londinese, reso leggendario da opere monumentali del calibro di “Cats”, “Evita” e dal meraviglioso “Jesus Christ Superstar”.

Biografia di Teorema: “Fare della propria vita un’opera d’arte”

L’Arte è da sempre centrale nella vita dell’artista Teorema Fornasari che ha organizzato la sua prima mostra nel 1986, a soli 14 anni. Oggi, vede oltre settanta esposizioni, tra personali e collettive, che hanno portato premi e riconoscimenti da pubblico e critica, sia Italia che all’estero. Un moto perpetuo, un continuo oscillare tra molteplici tecniche e medium, dalla pittura alla grafica, dalle performance alle installazioni; sempre conscia della profonda responsabilità che un’artista sente su di sè: essere portatore di messaggi.

A lei si sono interessati critici di fama internazionale, affermati rappresentanti della cultura ed ha potuto esporre in manifestazioni di prestigio come la “Florence Biennale” e il “Salone de Refusès” organizzato da Vittorio Sgarbi, dove le sue opere si sono dimostrate tra le più apprezzate, portandola ad allestire le suite della catena alberghiera “Best Wester“. Molte le sue apparizioni pubbliche da Maurizio Costanzo Show.

Il primo progetto organico risale al 1989 e si prolunga per otto anni con i “Ricordi d’Infanzia”.
Segue la “Passione”, un insieme di opere che esplorano, spesso provocatoriamente, le passioni e le ossessioni dell’uomo, toccandone i risvolti più oscuri, nella consapevolezza che per un animo puro, come (dovrebbe essere) quello di un artista, il mondo è troppo spesso “sporco”.

Nei primi anni 2000 inizia il “Laboratorio di coscienza” il quale porta alla nascita de il “Progetto Spaziale”, che vede la presentazione di immagini fantastiche ed oniriche di luoghi ideali per bellezza ed emozione, lontani dalla terra, che vogliono essere messaggi di speranza per il futuro dell’umanità.

Una costola di questo progetto è la performance “Teoremino”, del 2001, dove l’artista indossa una maschera e delle grandi mani da alieno per rafforzare il suo messaggio: un alter-ego creativo e fanciullesco, che “viaggiando” lontano da questa terra e riportandovi le immagini di quanto visto e provato diventa l’Io creativo del progetto; lavoro questo che abbraccia un arco temporale di quasi dieci anni e la realizzazione di oltre seicento opere.
I messaggi insiti ne il “Progetto Spaziale” sono incentrati sull’importanza del sogno e sulla capacità di saper spaziare, elevandosi oltre le ristrettezze del mondo e della vita contemporanea; uno stimolo per tutta l’opinione pubblica, per ogni persona: il “Laboratorio di coscienza” diventa “abilità della coscienza”.

Nel 2011, in concomitanza con la partecipazione alla Biennale d’Arte Contemporanea vi è l’esordio della prime sculture di colore mai state realizzate, che aggiungono una terza dimensione ad una produzione che fino a questo punto era stata esclusivamente pittorica, per implementare ulteriormente un’evoluzione artistica Viene, quindi, presentato ufficialmente il movimento artistico “Alien Sense” il cui motto recita: “Se il mondo è vinto da persone senza scrupoli, a tutti gli altri rimane l’intero Universo“.

Il Movimento suscita l’interesse di artisti di ogni parte del mondo come prima di lui avevano fatto, nel 2010, l’esplosione di colore degli “Arlecchini”, opere di sorriso e positività, che riprendono gli studi dell’artista nell’ambito della cromoterapia; opere apparentemente semplici, fanciullesche, che con istintiva sapienza sanno unire i colori di Mirò alla geometria di Gerardo Dottori con il dinamismo di Alberto Magnelli.
Un’artista, quindi, capace di provocare quanto di incantare, spaziando da progetti onirici a messaggi provocatori con una poesia e un magico fascino… “alieno”.